qui è dove viviamo
“Quand che a messa diseven la Salve Regina “a Te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime” mi pensava che la valle di lacrime fussa la Val de Cembra” (Giuseppe, 81 anni).
Quando Giuseppe ce l’ha raccontato, abbiamo riso tanto. E abbiamo capito all’istante quello che intendeva. Non è una valle semplice la Val di Cembra, soprattutto se sei contadino o contadina (ma anche per gli altri!). Erta, stretta, scomoda. Non c’è mai abbastanza spazio, non c’è mai abbastanza fiato. Apparentemente vicina, inesorabilmente lontana. Da cosa? Un po’ da tutto.
Ma in tutto questo… è incredibilmente bella.
Un paesaggio che in ogni piega esprime dedizione alla terra: minuscoli campi terrazzati sorretti da chilometri e chilometri di muri a secco, paesi fatti di case affettuosamente addossate una all’altra, vigneti che si alternano a boschi di faggi, larici, castagni secolari. E poi antichi mulini, piccoli masi e baiti di campagna, calcare e altri opifici che raccontano un’economia rurale di fatica e di attaccamento al territorio. In fondo alla valle, il torrente Avisio scorre, indisturbato, selvaggio: una specie di foresta pluviale quasi impenetrabile, tra rupi, canyon, acque limpide e una vegetazione esuberante, dove solo i pescatori più arditi si avventurano.
Non è però solo la spettacolarità del paesaggio a distinguere la Val di Cembra da altri luoghi.
La sua vera bellezza sta nelle persone. Vere, generose, semplici, nel senso più bello del termine.
Vieni a trovarci, così poi ci dici se abbiamo ragione.